STRESS E MINDFULNESS

 

Il termine mindfulness è una traduzione inglese della parola “sati”, che in lingua Pali (la lingua liturgica indiana) significa attenzione nuda o attenzione consapevole.

La nuda attenzione è un’osservazione non giudicante, ovvero la capacità di osservare senza giudicare tutto ciò che è, senza cadere nella tendenza umana a “rimuginare” sullo stato di sofferenza provato, ripetendosi all’infinito quanto sia drammatico ed ingiusto, o a fuggire dall’esperienza stessa, perdendosi in lunghe catene di pensieri attraverso le quali cercare le ragioni che hanno condotto a tale sofferenza e i mezzi da utilizzare per poterne uscire.


La mindfulness è una potente strategia di fronteggiamento dello stress emotivo; essa ha come obiettivo principale quello di sviluppare una relazione “decentrata” con i nostri pensieri, riuscendo a vederli solo come semplici prodotti della nostra mente, come interpretazioni della realtà e non la realtà stessa.

Vi sono due modalità che caratterizzano la nostra relazione con i pensieri e con le esperienze che viviamo quotidianamente, ed esse sono spesso innescate e mantenute in modo automatico, senza riuscire ad esserne del tutto consapevoli.


La prima modalità è quella del “fare”, che viene attivata quando ci accorgiamo che le cose sono diverse da come vorremmo che fossero. Quando le discrepanze si riferiscono a temi verso i quali non è possibile intraprendere alcuna azione immediata, si crea un circolo vizioso chiamato “ruminazione”, nel quale la mente continua a lavorare sulle proprie rappresentazioni, senza tuttavia riuscire mai ad arrivare ad una soluzione del problema. Se stiamo male per la fine di una lunga relazione, e iniziamo a pensare che è finita per colpa nostra, perché siamo degli incapaci, e nessuno mai più ci vorrà, la nostra mente continuerà ad elaborare questa conclusione nel tentativo di trovare una soluzione, in realtà impossibile, al nostro stato di malessere.


La seconda modalità è quella dell’ “essere”, e al contrario della precedente, non è motivata dal raggiungimento di alcun obiettivo. L’attenzione, dunque, non è sulla discrepanza tra ciò che è e ciò che si vorrebbe, ma sul lasciar essere, senza alcuna azione diretta a modificarlo.

Se dunque nella modalità del fare la persona vive nel passato e nel futuro, nella modalità dell’essere si tende alla piena consapevolezza del momento presente. La relazione con i pensieri è la stessa che si può avere con i suoni o le immagini, o altri aspetti dell’esperienza immediata: essi sono semplicemente “eventi mentali” passeggeri, che nascono, diventano consapevoli e poi svaniscono.


Il training della mindfulness si focalizza dunque su alcuni punti essenziali:

riconoscere, nella vita quotidiana, le emozioni ed i pensieri negativi prima che essi inneschino la modalità del fare;

apprendere i passi attraverso i quali poter entrare nella modalità dell’essere, riuscendo a “stare” con le emozioni difficili o spiacevoli, senza far nulla per allontanarle da noi;

elaborare ed identificare strategie utili attraverso le quali poter affrontare in modo più efficace le situazioni negative che possono essere risolte.


Se riusciamo ad accorgerci di avere un’emozione o un pensiero depressivo o ansioso, sarà più facile riuscire ad evitare di entrare, in modo automatico, nella modalità dell’agire, cadendo così in circoli viziosi sempre più stretti e soffocanti. A quel punto, porsi in un’ottica di semplice osservazione di quello che sta accadendo dentro e fuori di noi, può permetterci di scegliere cosa fare; è la libertà di scelta il vero obiettivo che si pone il training della mindfulness.

Diventare capaci di prendersi quello che viene definito “spazio di respiro” significa utilizzare il tempo per diventare pienamente consapevoli di un particolare pensiero o sentimento, osservando semplicemente quello che accade. A volte ciò sarà sufficiente perché quei pensieri o emozioni si dissolvano; altre volte si potrà decidere di affrontarli immediatamente o in seguito  attraverso azioni maggiormente specifiche ed adeguate alla situazione.



Il lavoro principale nei corsi mindfulness consiste in un training intensivo di meditazione, che ha lo scopo di accrescere la consapevolezza dell’esperienza momento per momento. A tal fine vengono utilizzate differenti forme di meditazione, nel corso delle quali si chiede ai partecipanti di riportare l’attenzione sul presente utilizzando come “ancora” la concentrazione sul respiro o su altri aspetti della realtà circostante ogni volta che si viene allontanati da un flusso di pensieri o di preoccupazioni che riducono la consapevolezza.

Ecco il principio di riferimento:

“Qualunque cosa accada, va bene. Se vi accorgete che la vostra mente si allontana dal vostro corpo, non preoccupatevi, è normale; semplicemente, riconoscetelo con tranquillità, osservate dove si è posata la vostra attenzione, e poi, dolcemente, riportatela su quello su cui intendevate concentrarvi”.



Il training di mindfulness per la gestione dello stress consta solitamente di sei sedute di gruppo, i cui partecipanti sono solitamente da quattro a dieci unità, o di quattro incontri individuali. Tutti possono parteciparvi, sia coloro i quali vogliono sviluppare una nuova forma di gestione dello stress, sia coloro i quali vogliono apprendere una potente strategia di protezione da ricadute in disturbi ansiosi e depressivi.

Presso lo studio di Parma si organizzano corsi di questo tipo; per informazioni più approfondite, chiedete informazioni alla mail: info@ipercorsidellamente.it

Percorsi di mindfulness individuali:


Date le numerose richieste che mi sono pervenute, si organizzano corsi individuali di mindfulness di 4 incontri da  2 ore ciascuno. Seppur basato sugli stessi principi e sulle stesse tecniche insegnate nei corsi di gruppo, il percorso  individuale presenta una struttura leggermente differente, maggiormente orientata all’apprendimento del singolo, con uno spazio più ampio dedicato alle osservazioni e ai vissuti individuali. Il costo è di 200 euro.

Percorsi di mindfulness di gruppo: