Disturbi sessuali

 

Una disfunzione sessuale è caratterizzata da un'anomalia del processo che sottende il ciclo di risposta sessuale, o da dolore associato al rapporto sessuale. Esse si dividono in:


Disturbi del Desiderio Sessuale

Disturbi dell'Eccitazione Sessuale

Disturbi dell'Orgasmo

Disturbi da Dolore Sessuale

Disfunzione sessuale dovuta a una condizione medica in

     generale

Disfunzione sessuale indotta da sostanze

Disfunzione sessuale non altrimenti specificata



Per poter parlare di disturbo sessuale è necessario che esso sia persistente e ricorrente (ogni tanto qualche “defaillance” può capitare senza per questo dover pensare di avere un disturbo di questo tipo), deve causare notevole disagio e difficoltà interpersonali, e, soprattutto, non deve essere associato a qualche altro disturbo psicologico (la depressione, per esempio, può causare inibizione del desiderio sessuale).


Bisogna sottolineare che molto spesso alla base di queste disfunzioni vi sono idee irrazionali concernenti l’ambito  sessuale. Tra queste possiamo avere:

L’efficacia di un uomo dipende dalle grandi dimensioni del suo pene;

Eiaculazione e masturbazione frequenti possono causare indebolimento;

L’orgasmo vaginale è quello maturo, il clitorideo è quello dell’inesperienza, tutti ci possono arrivare;

L’alcool è uno stimolante sessuale;

Il sesso è una prestazione.


Oltre a ciò, vi sono anche delle paure legate all’attività sessuale che ne possono minare il significato e dunque l’attuazione:

Timore del godimento sessuale, inteso come situazione di totale perdita di controllo;

Timore del piacere sessuale, inteso come peccato carnale da non commettere;

Timore di non essere all’altezza o di fallire;

Timore di diventare spettatore delle proprie prestazioni (lo “spectatoring”, tipico anche della fobia sociale);

Timore dell’altro sesso.


Un altro aspetto importante è spesso quello legato alle fantasie sessuali dei due partner; a volte le persone non riescono a seguire i propri desideri, appiattendosi solo su quelli dell’altro, per paura di essere giudicati o peggio rifiutati. Le fantasie maschili e femminili sono molto differenti, essendo le prime molto visive e specifiche (legate spesso a parti del corpo) e le seconde maggiormente immaginative e situazionali. Le fantasie non coincidono con il desiderio, e per questo non vanno inibite o bloccate, ma usate, proprio per aumentare il desiderio stesso.


La terapia d’elezione delle disfunzioni sessuali è la cosiddetta “terapia mansionale”, che, come dice il termine stesso, dà mansioni, ovvero compiti di contenuto differente.

Mansioni di carattere sessuale: riducono l’ansia ed il senso di colpa, favoriscono la conoscenza del proprio corpo e di quello del partner, incrementano il piacere, permettono l’attivazione di comportamenti graditi ma precedentemente negati o evitati, promuovono l’autostima fisica e sessuale, contrastano il fenomeno dello “spectatoring), e soprattutto, favoriscono la libera comunicazione delle fantasie;

Mansioni di carattere relazionale: favoriscono la comunicazione  delle aspettative e dei desideri, la conoscenza delle modalità relazionali della coppia e l’organizzazione del tempo per l’intimità;

Mansioni di carattere ideativo: promuovono la consapevolezza dei propri desideri ed aspettative, e favoriscono il controllo delle proprie attività di pensiero.



Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo


Esso è caratterizzato dall'insufficienza o l'assenza di fantasie sessuali e del desiderio di attività sessuale. L'anomalia deve causare notevole disagio o difficoltà interpersonale. Chi soffre di desiderio sessuale ipoattivo ha una scarsa motivazione a ricercare stimoli, non prende l’iniziativa sessuale (non è procettivo) ma è solitamente recettivo, cioè, se stimolato adeguatamente accetta l’offerta sessuale e ne gode adeguatamente o, nel caso peggiore, non prova un grande piacere ma comunque non esperisce emozioni negative in proposito.

Terapia dei “quattro passi”:

1.lista dei vantaggi legati alla risoluzione del problema (evidenzia la presenza di idee disfunzionali o di vantaggi secondari nel mantenere tale difficoltà);

2.valutare cosa mantiene il disturbo;

3.terapia cognitiva individuale e di coppia;

4.induzione pulsionale (si cerca di associare il piacere alla stimolazione sensoriale per renderla maggiormente desiderabile nel tempo).



Disturbo di avversione del desiderio sessuale


Esso è caratterizzato dall'avversione, e l'attivo evitamento, del contatto sessuale genitale con un partner sessuale. La persona riferisce ansia, timore, o disgusto quando si trova di fronte ad una opportunità sessuale con un partner. L'avversione al contatto genitale può essere focalizzata su un particolare aspetto dell'esperienza sessuale (per es., secrezioni genitali, penetrazione vaginale) o generalizzata verso tutti gli stimoli sessuali, inclusi baci e toccamenti.

A differenza del paziente con desiderio sessuale ipoattivo, il paziente con avversione sessuale non è né procettivo né recettivo e prova avversione e disgusto, o paura, per tutto ciò che è sessualmente connotato (anche solo in immaginazione).

In questo caso la terapia si basa sull’esposizione alle situazioni fobiche, senza l’utilizzo di comportamenti “protettivi” quali il rilassamento.



Disturbo dell’eccitazione sessuale femminile


La caratteristica fondamentale di questo disturbo è una persistente o ricorrente incapacità di raggiungere, o di mantenere fino al completamento dell'attività sessuale, un'adeguata risposta di eccitazione sessuale con lubrificazione-tumescenza.

Spesso alla base di questa difficoltà vi sono idee irrazionali riguardo al sesso e al fatto che una donna non dovrebbe trarne alcun piacere, in conseguenza di un’educazione molto rigida e fortemente “moralizzata”. È dunque necessario lavorare sulla ristrutturazione di tali idee, aiutare la persona a sviluppare fantasie erotiche diventando consapevole di cosa le piace, costruire giochi di masturbazione tra i partner ed utilizzare metodologie di focalizzazione sensoriale (accarezzamento di parti del corpo con esclusione o inclusione dei genitali).



Disturbo maschile dell’erezione


La caratteristica fondamentale di questo disturbo è una persistente o ricorrente incapacità di raggiungere, o di mantenere fino al completamento dell'attività sessuale, un'adeguata erezione.

Ci sono diversi tipi di disfunzione dell’erezione. Alcuni soggetti riferiscono l’incapacità di avere l’erezione fin dall’inizio dell’esperienza sessuale. Altri lamentano di aver dapprima avuto un’adeguata erezione e poi di aver perduto tumescenza tentando la penetrazione. Altri ancora riferiscono di aver avuto un’erezione sufficientemente valida per la penetrazione ma di aver poi perso tumescenza prima o durante le successive spinte. Alcuni maschi possono riferire di riuscire ad avere l’erezione solo durante la masturbazione o al risveglio. Anche le erezioni masturbatorie possono venire meno, ma ciò è raro.


La terapia di questo disturbo, laddove ovviamente non vi siano deficit fisici alla base, è essenzialmente relazionale; le tecniche mansionali di focalizzazione sensoriale o di erezione pilotata vengono messe in atto in un contesto dove il rapporto sessuale non è permesso, per distogliere l’attenzione della persona dalla prestazione sessuale e concentrarla invece sulle sensazioni fisiche coinvolte.



Disturbo dell’orgasmo femminile


La caratteristica fondamentale di questo disturbo è un persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo dopo una fase normale di eccitazione sessuale.

Dal momento che nelle donne la capacità di orgasmo può aumentare con la pratica sessuale, questo disturbo può essere più diffuso nelle donne giovani. La maggior parte dei disturbi dell’orgasmo femminile sono permanenti piuttosto che acquisiti. Quando una donna impara come raggiungere l’orgasmo, è raro che perda questa capacità, a meno che non intervengano una scarsa comunicazione sessuale, un conflitto relazionale, un’esperienza traumatica (ad esempio, uno stupro), un disturbo dell’umore o una condizione medica generale. Quando la disfunzione dell’orgasmo si manifesta solo in certe situazioni, oltre al disturbo dell’orgasmo sono spesso presenti difficoltà nel desiderio sessuale e nell’eccitazione. Molte donne accrescono la propria capacità di orgasmo quando sperimentano una maggiore varietà di stimolazioni e acquisiscono maggiore conoscenza del proprio corpo, ed è proprio su questo punto che si concentra la terapia psicologica.



Disturbo dell’orgasmo maschile


La caratteristica fondamentale di questo disturbo  è un persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo dopo una fase di normale eccitazione sessuale. In precedenza esso veniva chiamato “inibizione dell’orgasmo maschile”.

Nella sua forma più comune, il maschio non può raggiungere l’orgasmo durante il rapporto sessuale, sebbene possa eiaculare a seguito di stimolazione manuale o orale da parte del partner. Alcuni soggetti riescono a raggiungere l’orgasmo durante il coito ma solo dopo una assai prolungata e intensa stimolazione non coitale. Alcuni possono eiaculare solo con la masturbazione. Un gruppo ancora più ristretto ha sperimentato l’orgasmo solo al momento del risveglio da un sogno erotico.

La terapia si basa solitamente su esercizi di masturbazione individuale, con differenti livelli di esposizione, ovviamente concordati attentamente con il professionista, in relazione alle difficoltà presentate dalla persona (masturbazione solitaria, con la partner in un’altra stanza, con la moglie presente che non guarda, e così via fino alla penetrazione con orgasmo conseguente alla sola stimolazione vaginale).



Disturbo dell’eiaculazione precoce


La caratteristica fondamentale di questo disturbo è la persistente o ricorrente insorgenza di orgasmo ed eiaculazione a seguito di minima stimolazione sessuale prima, durante, o subito dopo la penetrazione, e prima che il soggetto lo desideri.

La maggior parte dei giovani maschi impara a ritardare l’orgasmo con l’esperienza sessuale e con l’età, ma alcuni continuano ad eiaculare precocemente. Alcuni riescono a ritardare l’eiaculazione nell’ambito di una relazione stabile, ma vanno nuovamente incontro ad eiaculazione precoce quando hanno un nuovo partner. Tipicamente, l’eiaculazione precoce viene osservata in uomini giovani, ed è presente fin dai loro primi tentativi di rapporto sessuale. Comunque, alcuni maschi perdono la capacità di ritardare l’orgasmo dopo un periodo di funzionamento adeguato. Quando il disturbo esordisce dopo un periodo di funzionamento sessuale adeguato, il contesto è spesso quello di una diminuita frequenza di attività sessuale, di intensa ansia da prestazione con un nuovo partner, o di una perdita di controllo sull’eiaculazione legata alla difficoltà nel raggiungere o nel mantenere l’erezione.

La terapia si basa essenzialmente sulla cosiddetta mansione dello “start-stop”, che consiste nell’interrompere la masturbazione appena prima del raggiungimento dell’orgasmo; anche in questo caso la mansione viene associata ad un’esposizione graduale (inizialmente è solitaria, poi viene introdotta la presenza della partner e cosi via), con l’obiettivo di aumentare progressivamente il tempo di raggiungimento dell’orgasmo.



Disturbo da dolore sessuale (vaginismo)


La manifestazione fondamentale di questo disturbo è la ricorrente o persistente contrazione involontaria dei muscoli perineali che circondano il terzo esterno della vagina quando si tenta la penetrazione vaginale con pene, dita, tamponi o speculum.

Le risposte sessuali (per es., desiderio, piacere, capacità di orgasmo) possono essere mantenute se la penetrazione non viene tentata o prevista. L’ostruzione fisica dovuta allo spasmo muscolare di solito impedisce il coito. La condizione può quindi limitare lo sviluppo di relazioni sessuali e compromettere le relazioni in corso. Alcuni casi di matrimonio non consumato o di sterilità sono stati associati a questa condizione. Il disturbo si riscontra più spesso in donne giovani piuttosto che anziane, in donne con atteggiamenti negativi nei confronti del sesso, e in donne con una storia di abuso o traumi sessuali.

Il vaginismo permanente ha di solito un esordio repentino, manifestandosi per la prima volta durante i primi tentativi di penetrazione sessuale da parte di un partner o durante la prima visita ginecologica. Quando il disturbo si è instaurato, il decorso è di solito cronico, se non vi sono miglioramenti a seguito di una terapia. Il vaginismo acquisito può anche manifestarsi improvvisamente in risposta ad un trauma sessuale o ad una condizione medica generale.

La terapia si basa essenzialmente su esercizi mansionali graduali (esercizi di dilatazione vaginale, esercizi di esplorazione interna, introduzione del pene non eretto e cosi via), tenendo presente, però, che in questo disturbo potrebbero essere fondanti anche le idee irrazionali riguardanti il sesso e la propria incapacità di dare piacere all’altro, e che dunque potrebbe essere necessario prestare particolare attenzione alla ristrutturazione cognitiva e alla rieducazione emotivo-esperienziale.

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