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INTERVENTI EFFICACI
Una delle accuse che maggiormente si rivolgono alla psicoterapia è quella di essere lunga e dispendiosa, e a volte questo è vero. Malgrado ormai le terapie psicodinamiche stiano gradualmente cedendo il passo a strumenti scientificamente più validi e “veloci”, è indubbio che il desiderio del paziente di guarire in poco tempo, sia difficilmente realizzabile.
La maggior parte dei problemi psicologici possono essere rappresentati da circoli viziosi, in cui ogni parte rafforza tutte le altre e ne è rafforzata a sua volta, in un processo sedimentato dal tempo.
Facciamo un piccolo esempio.
Molte persone che presentano il disturbo depressivo hanno pensieri autosvalutanti del tipo: “non valgo nulla, nessuno mi ama né mi rispetta, nessuno mi accetta, sarò respinto per sempre”. Queste visioni di sé stessi e del mondo si basano su profondi schemi di inadeguatezza, di deprivazione emotiva, di abbandono, sviluppati nel corso degli anni. Se immaginiamo una persona di questo tipo in una situazione sociale, con pensieri del genere, possiamo intuire quello che accadrà. Le emozioni di rabbia e di tristezza lo porteranno alla paralisi della volontà, alla consapevolezza di non poter fare nulla per cambiare la propria condizione di solitudine; questo porterà a comportamenti di fuga veri e propri, di evitamento, di progressivo isolamento, con la conseguenza di rafforzare sia l'idea di partenza, ovvero la convinzione di non essere accettato né accettabile, sia lo schema sottostante. Un buon esempio di quello che in psicologia si definisce “profezia che si autoavvera”.
La caratteristica principale di un circolo vizioso come questo è di ingabbiare la persona che ci finisce dentro, stringendosi lentamente ma inesorabilmente nel tempo, diventando sempre più granitico, inflessibile ed impermeabile a tentativi di cambiamento esterno. Il circolo rende i pensieri negativi “reali”, uniche verità possibili per l'individuo.
È molto difficile affrontare queste strutture cognitive ed emotive, se esse hanno contribuito a costruire la realtà del soggetto per molti anni. Se pensiamo a quanto sia difficile modificare una semplice abitudine comportamentale, possiamo ben comprendere quanto sia complesso cercare di cambiare una visione del mondo, una visione di sé, che plasma inesorabilmente le aspettative, le reazioni emotive e le relazioni sociali nel corso del tempo.
Dunque, perché un intervento psicologico possa essere davvero efficace, è necessario che sia il più precoce possibile. Il fattore tempo è fondamentale, quasi quanto per un infarto cardiaco.
Spesso si ritarda per cecità, negligenza, scarsa comunicazione familiare e medica. La depressione è un disturbo che colpisce sempre più persone nel mondo, eppure la prima forma di terapia è soltanto farmacologica. Ma il farmaco, che spesso libera le coscienze, ma non cura nessun disturbo, è soltanto una “chiave” che ci permette di aprire ( o tenere aperta) una porta mentale, che impedisce alla persona di rinchiudersi nella sua ineluttabile sofferenza. Uscire dal circolo vizioso è un'altra cosa. E non è possibile riuscirci senza un aiuto professionale. La famiglia ed i medici di base sono delle risorse indispensabili, delle guide che possono aiutare la persona a fare le scelte giuste, a rendersi conto della difficoltà che vive, a non evitare di affrontare il problema, e a non gettarsi in soluzioni soltanto apparenti o peggio controproducenti. Anche per questo motivo non deve venire mai meno, da parte di tutte le persone che hanno davvero a cuore la salute ed il benessere delle persone, l'attenzione e il contrasto nei confronti di quelle false promesse di guarigioni istantanee che sempre più spesso, purtroppo, vengono pubblicizzate da pseudo professionisti impreparati e non formati, che giocano a fare i guaritori magici senza averne né le competenze, né le abilità.