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CORPO ED EMOZIONI
Viviamo spesso la nostra quotidianità con la sensazione, a volte la certezza, di essere divisi tra corpo e mente, quasi fossero due mondi divisi, destinati a non incontrarsi mai.
Molte persone non credono ai cosiddetti disturbi somatoformi, o psicosomatici, bollandoli spesso come false malattie, o semplicistiche spiegazioni di disagi fisici ben peggiori. I disturbi psicosomatici, in realtà, rappresentano meglio di ogni altra spiegazione scientifica, quanto il cervello faccia parte integrante del nostro corpo, e quanto le dinamiche cognitive ed emotive, pur apparendoci spesso appartenere ad un altro piano esistenziale, influenzino e siano influenzate dalle sensazioni fisiche.
Se proviamo a pensare a tutti i disturbi psicologici, come l’ansia e la depressione, non possiamo definirli prescindendo dai sintomi primariamente fisici. Di più; sono proprio le caratteristiche fisiche che ne sostanziano la gravità e la definizione. L’attacco di panico è descritto dalla tachicardia, il senso di soffocamento, ed il dolore toracico; la depressione dall’assenza di energie, da problemi alimentari, del sonno, e sessuali.
Il disturbo psicosomatico per eccellenza, la gastrite, per altro in forte aumento nella popolazione dei paesi sviluppati, evidenzia un altro punto focale in questa perenne diatriba tra psiche e corporeità: spesso il corpo è una vera finestra sulla mente, capace di svelare disagi e difficoltà emotive spesso evitate o mal compensate. La gastrite è il male del secolo, se pensiamo che colpisce quasi sempre in contesti ad alto stress, nei quali il raggiungimento dell’obiettivo, o la tendenza a correre più velocemente di quanto il nostro fisico ci consentirebbe di fare caratterizzano lo stile di vita di moltissime persone.
L’uomo, negli ultimi 30 anni, ha costruito una malattia difficile da sradicare, e molto più dannosa di molte pandemie spesso invocate in questi ultimi mesi. Se definiamo lo stress come “la compulsione a trovare soluzioni che non possono essere trovate (o quanto meno messe in atto)”, possiamo capire quanto dolore rischiamo di arrecarci ogni giorno, nella convinzione errata di agire nell’unico modo possibile.
La natura non fa mai nulla a caso. Seppur la nostra mente cerchi di bluffare, di spingerci a distogliere lo sguardo da quello che ci stiamo facendo nel nome dell’ ”azione” (l’unico verbo che pare spesso degno di essere celebrato), il nostro corpo ci richiama all’ordine, esige la nostra totale attenzione.
Ed è un’attenzione che gli dobbiamo, che ci dobbiamo. Dobbiamo iniziare a capire, e ad accettare, che la nostra psiche funziona a dovere solo in un fisico “accolto” nei suoi limiti e nelle sue fragilità. Non importa quanti cavalli abbia un motore, se poi lo usiamo in una macchina che va i pezzi.
La gastrite è un disturbo complesso da affrontare, in un contesto dove medico e psicologo sono alleati preziosi ed imprescindibili. Farmaci che riducano la secrezione di succhi gastrici dolorosi devono essere combinati ad un percorso di crescita individuale, nel quale si abbatta la tendenza al perfezionismo, la paura dell’errore, e dell’inadeguatezza. Ma vi è un elemento centrale nell’affrontamento di questo disturbo, che ben spiega quanto importante sia rovesciare i valori in campo; riuscire a recuperare spazi per sé stessi, nei quali ri-apprendere ad usare il tempo per nutrirsi senza fretta, senza ansia, senza affanni. Luoghi dove il corpo è ascoltato, e le emozioni osservate senza l’ossessivo desiderio di risolverle o evitarle.