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BILANCI E BUONI PROPOSITI
L’ inizio del nuovo anno porta spesso a stilare una sorta di lista degli errori fatti e degli obiettivi da raggiungere in futuro. il capodanno dà, a volte, l’immagine simbolica del passaggio da una vita ad un’altra, come se riuscisse, magicamente, a cambiare i nostri difetti rendendoli pregi. La sensazione di euforia che questa percezione porta con sé, si scontra spesso con la realtà “del giorno dopo”, quando rimane soltanto la consapevolezza dei nostri fallimenti, ingigantita dalla delusione di non poter realizzare le aspettative che ci eravamo posti e che ci sembravano così semplici da concretizzare. In effetti, è stato accertato che i sintomi depressivi aumentino nei giorni immediatamente successivi alle feste, e questo potrebbe essere associato alla sensazione di non poter cambiare nulla della propria vita, a differenza di tutti i buoni propositi fatti nei giorni appena passati.
Creare dei bilanci di vita è sempre pericoloso, perché mette la persona totalmente a nudo di fronte ai propri errori o ai propri limiti, senza darle tuttavia gli strumenti con cui farvi fronte. Dirsi cose del tipo “sono stato troppo timido, il prossimo anno dovrò essere più aggressivo, per prendermi ciò che merito”, rischia di essere inutile e dannoso. Una frase del genere evidenzia i limiti dell’individuo, ma non le capacità; in essa vi è sottintesa un’autovalutazione fortemente negativa, con la convinzione di poter diventare adeguati ed accettabili soltanto in conseguenza di un cambiamento radicale. Come è facile immaginare, un mutamento di queste proporzioni non può essere magicamente ottenuto senza alcuno sforzo, o solo per volontà, e la consapevolezza di non poter essere ciò che si vorrebbe così fortemente, non farà che peggiorare la sensazione di inadeguatezza ed incapacità.
Obiettivi così esageratamente indefiniti non fanno altro che rendere più probabili altri insuccessi, perché se da un lato rafforzano l’idea di non poter raggiungere traguardi di tali dimensioni, dall’altro non permettono di diventare consapevoli dei propri punti di forza, e dunque di poter mettere in atto dei cambiamenti più piccoli, ma più realistici. Come posso essere meno timido? O più deciso? Porsi questi propositi non fa altro che allontanarli.
Può essere maggiormente utile chiederci quali comportamenti non riusciamo a mettere in atto, cercando di capirne i motivi; o quali comportamenti vorremmo realizzare, e quali sono gli strumenti o le abilità che occorrono per riuscirci.
Superare la timidezza può essere ridefinito come “riuscire ad esprimere i propri desideri”, e questo può essere raggiungibile apprendendo i propri diritti assertivi ed alcune abilità comunicative. A ben vedere, un obiettivo è orientato ad un mutamento caratteriale, l’ altro ad uno comportamentale. E se il primo è quindi difficilmente raggiungibile, il secondo, essendo concreto ed oggettivo, può essere perseguito. In un caso vogliamo cambiarci come individui, nell’altro, semplicemente, migliorarci come persone.